



Nello stesso anno il comune di Barcellona decide di cambiare il progetto, e di affidare a Gaudì la trasformazione della città-giardino in parco pubblico. Nell'area destinata alle case non fu costruito nulla; si costruì solo nella parte destinata al tempo libero, che, una volta ultimata, riscosse un grande successo. Gaudì realizzò quest'opera dando libero sfogo alla propria fantasia, ricalcando la struttura di un paesaggio naturale: si possono trovare, infatti, fontane, grotte, colonne-albero e arcate artificiali di roccia.
Le mura di cinta seguono il profilo sinuoso della montagna su cui è costruito il parco, e sono ricoperte con frammenti di ceramica rossa e bianca, che ha lo scopo di decorare, ma ha anche una funzione protettiva, in quanto un muro completamente liscio è molto difficile da scalare. L'entrata è situata tra due padiglioni, anch'essi decorati da ceramiche colorate. Subito dopo si trova una scalinata adorna di fontane ed elementi decorativi, che porta al grande tempio in stile dorico-floreale, la cui parte superiore è ornata da un motivo rosso che diventa una lunga serie di sedili decorati da ceramiche policrome. Gaudì inserisce poi numerosi elementi architettonici che si confondono con il verde del paesaggio, e che hanno lo scopo di unire l'opera umana a quella della natura (creata da Dio). Questo è un tema ricorrente nell'arte di Gaudì, devoto e fedele della religione cattolica.
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